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venerdì 19 novembre 2021

LA "STATALE 106" NEL ROMANZO TERRA NOSTRA

È lungo la statale 106 Jonica che si intrecciano le vicende criminali di "Terra nostra". Infatti diversi capitoli svelano le trattative, le infiltrazioni e le estorsioni della criminalità organizzata sugli appalti di ammodernamento dell'unica arteria viaria che collega i paesi del versante jonico calabrese. Terra nostra inoltre descrive come la malavita locale riesce a subentrare negli appalti tramite "amici e compari", come con la forza intimidatoria e gli attentati costringe gli imprenditori a sottostare alle richieste dei clan, e addirittura far assumere personale. 

mercoledì 17 novembre 2021

Ascolta gratis il podcast del 1° Episodio

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"TERRA NOSTRA", il romanzo di Amato Salvatore Campolo attraversa lo Stretto

Amato Salvatore Campolo

Lo stretto di Messina. Un luogo magico dove si intrecciano storie millenarie, dall'occupazione dei  Borboni allo sbarco di Garibaldi, dal terremoto del 1908 che fece oltre centomila vittive fino ai "moti del '70" di Reggio Calabria. Un luogo conosciuto in tutto il mondo per la sua centralità nel Mediterraneo e per un progetto ambizioso, "il ponte sullo Stretto" da decenni oggetto da accesi dibattiti relativi a costi, utilità e fattibilità tecnica. 

Ma questo angolo di paradiso purtroppo è anche molto noto a livello mondiale per la cronaca nera a causa dell'elevata percentuale di criminalità organizzata. "Terra Nostra” proietta un’immagine ben specifica del fazzoletto di terra a sud di Reggio Calabria che si affaccia sullo stretto, quella della vita delle “famiglie di ‘ndrangheta”: una vita di crimine, di omertà, di violenza; ma anche di forti legami famigliari, dove le tradizioni non solo sopravvivono, ma diventano un punto di riferimento su cui orientare la propria esistenza. 

Nel romanzo di Campolo si attraversa lo Stretto di Messina con il famigerato traghetto, per degustare "l'arancino della Caronte" (conosciuto in tutto il mondo) nel piccolo bar al suo interno, ed osservare la stupenda vista della Sicilia che si avvicina sempre di più durante la traversata. Insomma, per chi è del posto o ha attraversato almeno una volta lo Stretto sa di cosa stiamo parlando.

In questo viaggio nei paesi immaginari della Calabria; Casalotto, Bovese e Trimpoli affacciati sul mar Jonio, si percorre la famosa Statale 106, per alcuni media definita la "Strada della morte" dove conosceremo boss di vecchio stampo, criminali di “nuova generazione”, imprenditori corrotti, disoccupati disperati, cinici doppiogiochisti, picciotti e killer senza scrupoli. Qui la dimensione “famigliare” è la chiave di tutto.

Rubrica "Itinerari Gialli&Neri"

lunedì 15 novembre 2021

UN GIALLO DI MAFIA AMBIENTATO A MILANO ALLA FINE DEGLI ANNI '90

Amato Salvatore Campolo

OMICIDIO NEL MILANESE di Amato Salvatore Campolo

A scuotere la tranquillità del Brigadiere Pino Gullì è un omicidio di mafia eseguito in pieno giorno per le vie di Corsico nel lontano 1998 . Grazie a questo omicidio, il Brigadiere Gullì scopre l’esistenza di altri gruppi criminali oltre a qu elli già conos ciuti dalla legge, che si stavano impossessando delle attività commerciali in contrasto con la famiglia Minniti. Le indagini porteranno allo smantellamento del clan Falduto operante nei quartieri a sud di Milano ma senza disturbare la latitanza del boss “Testuzza”.

Amato Salvatore Campolo
L'INIZIO (I° Capitolo)

 Filippo Gullì, detto “Pino” classe ‘58, era figlio di un artista calabrese, Pino ricopre il ruolo di Brigadiere presso la caserma dei carabinieri di Buccinasco. Un tipo serio nel suo lavoro ma nello stesso tempo un simpaticone. Siamo alla fine degli anni ‘90, abitava in un appartamento a Settimo Milanese con la moglie Concettina e la figlia Marta. Era in servizio da moltissimi anni ormai nella caserma dei carabinieri di Piazza Libertà 1. Sì, proprio a Buccinasco, una delle città con il più alto numeri di calabresi emigrati negli anni ’80 in cerca di lavoro, la maggior parte tutti originari di Platì e della Locride. Ma torniamo alla caserma, era un manufatto confiscato alla mafia che fu convertita appositamente per dare un segnale forte contro la criminalità. 

La mattina del 5 aprile del 1998 arrivò una chiamata dal reparto della scientifica per una segnalazione di un omicidio nei pressi di Corsico, cittadina poco distante dalla caserma. 

– Brigadiere un omicidio c’è stato – riferì l’appuntato Romano 

– Dove?! – 

– A Corsico, in via Leonardo Da Vinci, vicino il campo sportivo dovrebbe essere… – 

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sabato 13 novembre 2021

ROSSO SANGUE, i racconti gialli della Calabria

Amato Salvatore Campolo
Rosso sangue è una raccolta di racconti gialli ambientati in Calabria scritti da Amato Salvatore Campolo.

INTRODUZIONE

Il dottor Gianluca Trevisan, un quarantino alto e biondo, nato a Verona, se ne stava seduto nella sua poltrona, dentro l'ufficio al 3° piano della Procura della Repubblica, di Cutro, uno di quei tanti paesi calabresi, che si affacciano sul mar Jonio. Il posto non offriva molto, aveva però conservato quel fascino tutto suo, dell'entroterra della Calabria, che era del tutto diverso dai paesi e delle città che erano sul mare. - Il sostituto procuratore Trevisan mentre fumava il suo amato sigaro cubano, era intento a leggere un fascicolo:

 "Atti relativi all'omicidio del Prof. Rosario Russo, di anni 55, avvenuto qualche settimana prima, in una afosa e sciroccata giornata di agosto, nella piazza principale di Cutro. Il professore Russo, era stato sorpreso da due killer, mentre era seduto al tavolo del bar “Da Mimmo” che beveva un caffè".

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Pubblicato su Kindle Amazon: 12 novembre 2021

mercoledì 10 novembre 2021

TERRA NOSTRA SUL PORTALE THRILLER CAFÉ

"Accogliamo con piacere al bancone del Thriller Café lo scrittore calabrese Amato Salvatore Campolo e presentiamo il suo romanzo d’esordio, Terra nostra, edito da Susil Edizioni. Siamo abituati ad immaginare la mafia come qualcosa di lontano da noi, la pensiamo confinata nelle case dei boss o per le strade insanguinate di certi luoghi… ma la mafia cresce e prolifera nelle piccole cose quotidiane, si fortifica e si radica quando per un torto subito, invece che rivolgerci alle forze dell’ordine e denunciare, chiediamo aiuto al personaggio in vista del paese, a quel conoscente ammanicato che a sua volta si rivolgerà a certi amici… Sono proprio queste le dinamiche descritte da Campolo in Terra nostra, le dinamiche di potere che nel 2008 portano Giovanni Romeo, il gestore di una stazione di benzina sulla statale jonica tra Casalotto e Bovese, a diventare il nuovo Capu Locu, l’affiliato della cosca di ‘Ndrangheta dei Macrì. Per ogni lite tra confinanti, per ogni macchina rubata, per ogni figlio da assumere, per ogni piccolo o grande favore o sgarbo non esiste polizia, non servono sindacati… basta chiedere a Giovanni che così, quasi dal nulla,  diventa temuto e rispettato. Giovanni e i suoi uomini e quelli dei Macrì intimidano, infastidiscono i cantieri, proteggono chi si sottomette loro e non esitano a sporcarsi le mani di sangue, arrivando finanche alle consacrazioni pubbliche durante le feste patronali. Ma non tutti sono disposti a tollerare quest’ascesa, non tutti restano succubi e indifferenti. Il maresciallo Jessica Castaldo, per esempio, è determinata a vendicare il padre brigadiere morto in servizio anni prima ed a smantellare la rete di ‘Ndrangheta locale. E poi c’è il giovane Domenico, imparentato con un clan rivale, che agisce nell’ombra ma è scaltro e determinato e di certo saprà dare filo da torcere a Romeo e ai suoi compari. Gli equilibri stanno per cambiare, c’è fame di potere, sta per scorrere, ancora una volta, il sangue. E il finale è ancora tutto da scrivere.

L’autore, Amato Salvatore Campolo, è nato nel 1987 a Reggio Calabria e qui si è diplomato come geometra. Oggi è un libero professionista nel campo dell’edilizia in provincia di Milano ed è appassionato di libri e film di genere thriller e noir. Nei primi mesi del 2021 ha scritto Terra nostra, ambientato in Calabria e  pubblicato da Susil Edizioni, e successivamente ha pubblicato una collana di racconti gialli tra cui “Omicidio nel milanese“, uscito ad ottobre.

Vi lasciamo di seguito un estratto del libro, così che possiate farvene un’idea:

Capitolo 15

L’omicidio di Donatello “l’elettricista”. 

24 settembre 2009. Quella sera Faccia Tagliata andò a prendere Santo il Pappagallo a casa, sapevano entrambi ciò che dovevano fare: sistemare definitivamente la situazione in sospeso con Donatello. Pappagallo andò in un vecchio capanno in lamiera vicino al deposito degli infissi. Aprì una di quelle cassette grandi che si usano per gli attrezzi da lavoro e prese la sua mitraglietta VZ61 Skorpion calibro 7,65 avvolta in un panno, con quel caricatore a forma di banana. Quell’affare poteva sparare fino a 20 colpi consecutivi. Partirono dalla zona industriale di Trimpoli, con una moto T-Max cilindrata 500, giubbini in pelle e caschi integrali con vetro scuro, per indirizzarsi verso il centro di Casalotto. Era l’orario di chiusura; mentre Donatello stava girando la chiave per abbassare la serranda del suo negozio, i due arrivarono con la moto cogliendolo all’improvviso. Non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che il Pappagallo gli svuotò l’intero caricatore contro. 

– ‘Sto bastardo non rompe più i coglioni! – gridò orgoglioso l’assassino. 

I due avevano finito il loro compito, così se ne andarono ridendo, lasciando il cadavere di Donatello davanti al suo negozio, mentre una pozza di sangue si estendeva fino alla vetrina del suo negozio, che non aveva fatto in tempo a chiudere."

9.11.2021, scritto da Simone Della Roggia

THRILLER CAFÉ 

La bellissima storia di "Ovunque tu andrai, so che ritornerai" di Angela De Tommaso

Descrizione Esiste l'amore eterno? Può sussistere solo amicizia fra uomo e donna? Una relazione amicale può trasformarsi in amore? La cr...